mercoledì 12 febbraio 2014

Ok, faccio da sola

   Dunque, dopo aver quasi inutilmente cercato ispirazione in Internet, sono giunta alla conclusione di dover fare da sola. L'idea di base è: si fa con quel che c'è. Ed eventualmente si comprerà il necessario mancante pagandolo il meno possibile. Non è solo questione di crisi economica, ma riciclare e riusare è più etico e più poetico, più divertente e stimolante ed è persino di tendenza! Quindi ho aperto i cassetti, rovistato nella scatola del cucito e passato in rassegna residui di gomitoli di lana, ritagli di stoffa, vecchi bottoni, pizzi e merletti, nastrini colorati e qualsiasi altra cosa mi pareva potesse servire allo scopo. Abbiamo mobilitato anche mia mamma, chiedendole di integrare le nostre scorte con qualche rimasuglio di stoffa particolarmente carino e accattivante.

 

   Tutte cose accumulate negli anni e da anni in attesa che giungesse per loro il momento del riscatto. Ho ereditato le abitudini di mia nonna: non si butta via nulla perché tutto, prima o poi, può tornare utile. Lei, ad esempio, non buttavia via i vecchi indumenti, ma in pratica li smembrava, togliendo i bottoni che avrebbero potuto tornarle utili una volta o l'altra, e la stoffa veniva trasformata in panni da spolvero. E questo meccanismo del non buttare per poi riusare lo applicava a qualunque cosa, per cui aveva nell'armadio delle scatole di cianfrusaglie che erano un mondo! Certo, devo anche dire che poi mia nonna (come anche sua figlia, cioè mia mamma) era bravissima a cucire, a ricamare, a lavorare la lana ai ferri o all'uncinetto... mentre io ai ferri non so lavorare, con l'uncinetto non vado oltre pochi punti base (maglia catenella, bassa, bassissima, alta, altissima) e con l'ago posso aspirare al massimo alla sufficienza. Però il poco che so lo so grazie a lei (un modo come un altro per ricordarla con affetto e rimpianto) e ho scoperto che alcune cose sono come andare in bicicletta e, una volta imparate, non si dimenticano più. 
   Così ci siamo divertite molto, con Anastasia, a cercare e selezionare quel che avremmo potuto usare. Anastasia, poi, è stata un'ora immersa a rovistare nel mio sacchetto dei bottoni in cerca di quelli più carini o più colorati, in una parola, più da bambola...




La mia intenzione, nel riciclare e nel riusare, è comunque quella di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Deve trattarsi di lavoretti da fare a scappatempo, magari mentre la sera dopo cena si guarda un film alla televisione, oppure se si ha un'oretta pomeridiana di tempo libero da investire (ed è davvero un buon investimento) nel far felice una bimba.

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