venerdì 28 febbraio 2014

L'abito da sera

   Girottolando da "Mercatopoli" (uno di quei grandi magazzini dell'usato dove le persone lasciano in conto vendita gli oggetti inutilizzati di casa propria), nell'ora tutta per me che ho a disposizione mentre Elena e Anastasia sono al corso di danza, mi è caduto l'occhio su un vistoso portabottiglie in stoffa (di raso color oro e con un alto bordo di passamaneria in tinta) che mi è sembrato perfetto per realizzare un elegantissimo abito da sera per la bambola Emma. Il portabottiglie, evidente residuato delle festività natalizie, costava solo 2 € e pertanto ho deciso di affrontare serenamente la spesa. Ho infatti deciso, fin dall'inizio, di fare in massima parte con quel che ho in casa, oppure acquistando il necessario con un occhio particolare al prezzo, che deve sempre essere iper-super conveniente. Il costo di tutte le mie realizzazioni è dunque pari o tendente a zero, ed è questo uno dei punti che reputo divertente!

 
   Quando sono andata a prendere le bimbe, alla fine del corso di danza, non ho fatto vedere loro il mio acquisto e la sera stessa, mentre erano già nel mondo dei sogni, ho tirato fuori l'abito da bottiglia per trasformarlo in un abito per bambola...
   In questo caso si è trattato veramente di un gioco da ragazzi e il risultato finale davvero di grande effetto! E' infatti stato sufficiente scucire il fondo del portabottiglie e rifinirlo con ago e filo facendo un orlo. Poi ho preso a occhio le misure per i fori delle braccia, li ho fatti e ho rifinito i bordi manica con un piccolo orlo. Che altro? Nient'altro! E' tutto qui!


    Il cordino dorato che serviva a stringere il portabottiglie sul collo della bottiglia è risultato essere un grazioso collo a corolla per fermarsi attorno al collo della bambola.


    La mattina dopo Anastasia ha trovato la bambola Emma vestita da sera sul tavolo della cucina e la sua espressione rapita mentre mi diceva "Mamma! Come hai fatto? E' bellissimo!" è stata un vero e proprio regalo per me.
     Questo per dire di tenere sempre gli occhi aperti, perché in ogni momento e in ogni dove può capitarci tra le mani l'oggetto giusto da riciclare con un pizzico di creatività. Le più svariate ispirazioni possono giungere improvvise e allettanti...

Occorrente: un portabottiglie in stoffa, forbici, ago e filo.
Costo: € 2,00



martedì 25 febbraio 2014

Poncho e cappellino coordinato

   Ci stiamo prendendo gusto! E col divertimento arrivano anche le idee! 
   Mia mamma ha acquistato su una bancarella al mercato, per la stratosferica cifra di 2 € (proprio così: 2 €) uno scampolo di maglina di lana di colore rosso con motivi floreali sull'azzurro. Essendo uno scampolo ho dovuto pareggiarlo con le forbici lungo i bordi prima di far fare a mia mamma l'orlo e ricavarne una copertina per le mie cagnoline, e così, pareggiando, è saltato fuori uno scampolo dello scampolo... E subito mi è balenata in testa l'idea di utilizzare il pezzetto di maglina per farne un poncho per la bambola. 
   Il poncho:
ho pareggiato il mini scampolo ricavandone un quadrato e al centro, sempre con le forbici, ho praticato un taglio grande abbastanza da farci passare la testa della bambola. Con l'uncinetto ho rifinito il poncho con la solita lana rossa: il bordo esterno con 3 giri a maglia bassa, e il bordo interno con 3 giri a maglia bassa e 1 a maglia alta. Il giro interno a maglia alta mi è stato utile per far passare, tutt'intorno tra una maglia e l'altra, un nastrino di raso (recuperato chissà quando e da chissà dove e da tempo immemore nella scatola dei nastri e dei ritagli) che serve a regolare il poncho attorno al collo della bambola, in modo che non scivoli sulle spalle. Ho evitato la sfilacciatura del nastrino di raso bruciandone appena le estremità con l'accendino e facendovi poi due nodini. Per finire ho decorato i 4 angoli del poncho con delle frange di lana, facili da realizzare e di sicuro effetto.
  Il cappellino:
pareggiando il mini scampolo, per farlo quadrato, è avanzata una strisciolina di maglina che ho piegato in due e cucito su 3 lati ottenendo una sorta di cappellino a busta e, dato che era davvero piccolo, ho bordato anche questa con 3 giri di maglia bassa all'uncinetto, fino a ottenere un cappellino delle dimensioni giuste per la testa della bambola di Anastasia.




  Che carina Emma col suo piccolo poncho e il cappellino coordinato!



Occorrente: uno scampolo di maglina, forbici, uncinetto n. 1, lana, un nastrino di raso.
Punti utilizzati: maglia bassa, maglia alta. 
Costo: € 0,00

domenica 23 febbraio 2014

Completo gonnellina e camicetta

   Il mini guardaroba di Emma è in crescita e l'idea di creare qualcosa utilizzando degli "scarti", che altrimenti sarebbero finiti nel secchio della spazzatura, mi solletica non poco... 
   Avevamo ancora gran parte del jeans di Anastasia (perché davvero non si butta nulla!) e abbiamo pensato di utilizzare la seconda gamba del pantalone (con la prima avevamo fatto l'abitino) per realizzare un completino gonna e camicetta. Ho tagliato un bel pezzetto della gamba del jeans (circa 25 cm) e questo, a sua volta, è stato diviso in due parti (circa 15 cm e 10 cm). 
   La gonnellina:
col primo pezzetto di tubolare ho realizzato una gonnellina e per farlo è stato sufficiente applicare due automatici da poter aprire e chiudere per infilare e sfilare la gonna alla bambola. Dato che la vita e il fondo della gonna non erano provvisti di orlo, ho provveduto io a rifinire il tutto con un giro a maglia bassa all'uncinetto con la solita lana rossa.
    La camicetta: 
con l'altro pezzetto di tubolare di jeans ho realizzato la camicetta in modo che l'orlo del fondo del jeans divenisse lo scollo e tagliando poi il tubolare in verticale. Ho poi fatto i fori per far passare le braccia della bambola, messo due automatici per allacciare la camicetta, bordato tutto a maglia bassa con uncinetto e lana rossa e, per finire, ho cucito due bottoncini rossi sul davanti all'altezza dei due automatici.



 Tutto qui... ed è più difficile a dirsi che a farsi! 



   Ed ecco il risultato finale indossato, come sempre, da Emma!


Occorrente: un paio di jeans da buttare, forbici, uncinetto n. 1, lana, 4 automatici, 2 bottoncini.
Punti utilizzati: maglia bassa. 
Costo: € 0,00


venerdì 21 febbraio 2014

Le coulotte

   Anastasia è angustiata dal fatto che la sua bambola non abbia le mutandine... ;-) Non è un problema da poco! Stavolta però in Internet ho trovato il suggerimento giusto e, devo dire, geniale, e siamo passate subito alla fase operativa.
   Quale lavatrice, di bucato in bucato, non fa scomparire qualche calzino? Nessuna! E anche la nostra, difatti, non fa eccezione. Nella speranza che poi la lavatrice, prima o poi, restituisca il maltolto, i calzini orfani non vengono subito buttati ma lasciati per un certo periodo, e spesso anche piuttosto a lungo, in una sorta di limbo in cui attendono speranzosi di ritrovare il proprio compagno. Allora, assieme ad Anastasia siamo andate a frugare nella busta dei calzini scompagnati e abbiamo recuperato un suo piccolo calzino al quale ho, semplicemente, tagliato via il piede. La parte alta del calzino, quella con l'elastico, è divenuta l'elastico in vita delle mutandine. Poi ho cucito un pezzetto al fondo e rifinito il girogamba da entrambe le parti. Ed ecco così fatto un delizioso paio di coulotte per la bambola! E' un lavoretto davvero veloce e dal risultato sorprendentemente soddisfacente. La bambola Emma indossa ora le sue coulotte con grazia e Anastasia ha finalmente risolto il suo problema. Al prossimo calzino scompagnato di Anastasia...faremo alla bambola anche il ricambio! ;-)    



Occorrente: un calzino spaiato, forbici, ago e filo.
Costo: € 0,00

martedì 18 febbraio 2014

Il vestitino

   E' giunto il momento di spingersi oltre e di provare a realizzare un nuovo abito per Emma. Naturalmente non ho neanche preso in considerazione l'idea di poter realizzare per lei un pantalone perché, semplicemente, non sarei in grado. Però son partita proprio da un paio di pantaloni per farle l'abitino. Infatti, riordinando l'armadio di Anastasia, abbiamo eliminato un paio di jeans che non le stavano più e mi è venuto in mente che avremmo potuto utilizzarli per inventarci qualcosa da far indossare alla bambola. 
   Ed ecco l'idea:  ho tagliato la parte finale di una gamba del jeans e così mi sono trovata il tubolare già fatto e anche già rifinito in modo da poter usare l'orlo del pantalone come scollatura per l'abito. Poi, a occhio, ho tagliato due buchi per farci passare le braccia. E si vede che ho fatto a occhio... perché i due buchi non sono proprio identici, ma in fondo non è poi così grave. Il massimo della precisione non rientra nei miei programmi: non sono una sarta che deve vestire una bambina, ma una mamma che veste la bambola della propria figlia. E' ovvio che le cose molto precise sono molto più belle, ma credo che l'importante sia fare del proprio meglio. L'idea in più, che ha aggiunto una nota di colore al vestitino ed evitato che i bordi tagliati del jeans si sfilacciassero, è stato quello di rifinire il fondo dell'abitino e il giro maniche con la solita lana rossa usata per  realizzare sciarpa, cappello e borsa a tracolla. Per poter bucare il jeans ho utilizzato un uncinetto più piccolo e appuntito, solitamente usato per lavorare il cotone. Il tocco finale è stato dato dall'aggiunta, sul davanti, di due bottoncini rossi scelti da Anastasia. Il tutto è più lungo a dirsi che a farsi e il risultato finale lo potete vedere qui sotto (i bottoncini in foto sembrano bianchi, ma sono rossi).

   E per finire ecco l'abitino indossato dalla nostra piccola modella Emma.

 


   Il vestitino è stato ideato e realizzato in un piovoso pomeriggio invernale e, a fronte del poco impegno, ha sortito un buon risultato finale, soprattutto in termini di soddisfazione da parte di Anastasia.

Occorrente: un paio di jeans da buttare, forbici, uncinetto n. 1, lana, 2 bottoncini.
Punti utilizzati: maglia bassa. 
Costo: € 0,00


domenica 16 febbraio 2014

E ora la borsa a tracolla

   Galvanizzata dalla buona riuscita del cappello, ancor più che da quella scontata della sciarpa, e con la lana rossa non ancora esaurita, ho pensato di provare a realizzare una piccola borsa a tracolla. Anastasia si è detta subito entusiasta dell'idea. Così mi sono messa all'opera.
   Ho realizzato un piccolo rettangolo di circa 12 maglie catenella per 16 righe a maglia alta. Ho piegato il rettangolo in due è ho unito tre lati lavorando lungo il bordo a maglia bassa. Ho poi fatto la tracolla con una catenella di 50 rafforzata con altrettanta maglia bassa. Su uno dei lati corti aperti ho previsto una catenella di chiusura e, infatti, sull'altro lato corto aperto ho fissato un bottone di plastica trasparente a forma di ciliegia recuperato da Anastasia nel mio sacchetto dei bottoni. Fatto. 

   
   Il completo è... completo! Sciarpa, cappello e borsa a tracolla in lana rossa, davvero carini!

   
   Ed ecco Emma indossare il set per l'inverno. Per essere la prima volta che rimetto mano all'uncinetto dopo così tanti anni posso dirmi abbastanza soddisfatta. Anastasia: "Mamma, è bellissima!".


   Sciarpa, cappello e borsa in lana rossa hanno richiesto solo un po' della mia attenzione mentre la sera guardavo la tv prima di andare a letto. Ho scoperto che è rilassante dedicarsi a questa attività che, in ogni caso, non richiede particolare impegno. E, altra nota positiva, invece di addormentarmi senza veder finire il programma, son riuscita a seguirlo tutto.

Occorrente: uncinetto n. 3, lana.
Punti utilizzati: maglia catenella, maglia bassa, maglia alta.
Costo: € 0,00

sabato 15 febbraio 2014

Proseguiamo col cappello

   Prese dall'euforia di questa prima semplice realizzazione, abbiamo subito pensato di accompagnare la sciarpa con un bel cappellino coordinato. La lana è dunque la stessa utilizzata per la sciarpa, rossa e abbastanza grossa, rende piuttosto bene quando la si lavora. L'uncinetto è ancora il n. 3. 
   Ho iniziato con la maglia bassa, procedendo concentricamente fino a ottenere un cerchio piatto e più o meno delle dimensioni del diametro della testa della bambola (circa 12 giri). Poi ho proseguito con la maglia alta per 4 giri, ho rifinito con un ultimo giro a maglia bassa e ho chiuso. 
Passando dalla maglia bassa alla maglia alta il cerchio inizia comunque un po' a chiudersi, assumendo proprio la forma del cappello. Di tanto in tanto, durante la lavorazione, ho provato il cappello alla bambola per rendermi conto se stessi procedendo bene o se ci fosse bisogno di piccoli aggiustamenti, come ad esempio crescere o calare di qualche maglia nel caso in cui il cappellino stesse risultando troppo stretto o troppo largo.
   Alla fine Emma ha potuto indossare anche il suo primo cappellino e le stava davvero bene. E Anastasia? Felice!


Occorrente: uncinetto n. 3, lana.
Punti utilizzati: maglia catenella, maglia bassa, maglia alta.
Costo: € 0,00

  

venerdì 14 febbraio 2014

Iniziamo dalla sciarpa

   Emma indossa un paio di jeans e una magliettina, ma siamo in inverno e potrebbe aver freddo! Così, giusto per iniziare, assieme ad Anastasia, abbiamo pensato di farle una bella sciarpa. Penso che la sciarpa sia la cosa più semplice (e veloce) da realizzare, e servirà a vedere se sono ancora in grado di mettere "in riga" un po' di lana utilizzando un uncinetto. La nostra la lana è rossa, è un gomitolo già iniziato (non so da quanto e non so per cosa) fornito da mia mamma. Il rosso è un bel colore, fa figura, sta bene sui jeans di Emma ed è pure di buon auspicio.

     
   Che bello scoprire di saper ancora manovrare l'uncinetto! Inizialmente un po' lenta e via via sempre più veloce, 40 righe a maglia alta dopo... la sciarpa di Emma ha preso forma. La maglia alta cresce veloce e risulta più morbida ed è quindi stata la scelta ottimale per la realizzazione della sciarpa. Non è certamente un lavoro di alta maglieria, ma non è neanche venuta poi così male e Anastasia è tutta contenta di avere una nuova piccola cosa da far indossare alla sua bambola. Come prima realizzazione possiamo dirci entrambe soddisfatte!


Occorrente: uncinetto n. 3, lana.
Punti utilizzati: maglia catenella, maglia alta. 
Costo: € 0,00


mercoledì 12 febbraio 2014

Ok, faccio da sola

   Dunque, dopo aver quasi inutilmente cercato ispirazione in Internet, sono giunta alla conclusione di dover fare da sola. L'idea di base è: si fa con quel che c'è. Ed eventualmente si comprerà il necessario mancante pagandolo il meno possibile. Non è solo questione di crisi economica, ma riciclare e riusare è più etico e più poetico, più divertente e stimolante ed è persino di tendenza! Quindi ho aperto i cassetti, rovistato nella scatola del cucito e passato in rassegna residui di gomitoli di lana, ritagli di stoffa, vecchi bottoni, pizzi e merletti, nastrini colorati e qualsiasi altra cosa mi pareva potesse servire allo scopo. Abbiamo mobilitato anche mia mamma, chiedendole di integrare le nostre scorte con qualche rimasuglio di stoffa particolarmente carino e accattivante.

 

   Tutte cose accumulate negli anni e da anni in attesa che giungesse per loro il momento del riscatto. Ho ereditato le abitudini di mia nonna: non si butta via nulla perché tutto, prima o poi, può tornare utile. Lei, ad esempio, non buttavia via i vecchi indumenti, ma in pratica li smembrava, togliendo i bottoni che avrebbero potuto tornarle utili una volta o l'altra, e la stoffa veniva trasformata in panni da spolvero. E questo meccanismo del non buttare per poi riusare lo applicava a qualunque cosa, per cui aveva nell'armadio delle scatole di cianfrusaglie che erano un mondo! Certo, devo anche dire che poi mia nonna (come anche sua figlia, cioè mia mamma) era bravissima a cucire, a ricamare, a lavorare la lana ai ferri o all'uncinetto... mentre io ai ferri non so lavorare, con l'uncinetto non vado oltre pochi punti base (maglia catenella, bassa, bassissima, alta, altissima) e con l'ago posso aspirare al massimo alla sufficienza. Però il poco che so lo so grazie a lei (un modo come un altro per ricordarla con affetto e rimpianto) e ho scoperto che alcune cose sono come andare in bicicletta e, una volta imparate, non si dimenticano più. 
   Così ci siamo divertite molto, con Anastasia, a cercare e selezionare quel che avremmo potuto usare. Anastasia, poi, è stata un'ora immersa a rovistare nel mio sacchetto dei bottoni in cerca di quelli più carini o più colorati, in una parola, più da bambola...




La mia intenzione, nel riciclare e nel riusare, è comunque quella di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. Deve trattarsi di lavoretti da fare a scappatempo, magari mentre la sera dopo cena si guarda un film alla televisione, oppure se si ha un'oretta pomeridiana di tempo libero da investire (ed è davvero un buon investimento) nel far felice una bimba.

martedì 11 febbraio 2014

Le "signorine" di oggi

   Attualmente, in commercio, ci sono davvero poche bambole con l'aspetto da signorina e che misurino sui 40 cm: oltre alla bambola Emma della GIG (alta 42 cm)...


...c'è la bambola Nancy della Famosa (alta 43 cm) della quale, in effetti, esistono molteplici versioni piuttosto ben accessoriate e (finalmente) anche una versione con occhi e capelli castani.
   Mentre la Fashion girl di Coccole & Baci, pur essendo carina e ben accessoriata, misura solo 33 cm di altezza...


...e lo stesso vale per la Fashion girl di Mon amour (33 cm), anche in versione mora ma, inspiegabilmente in alcune versioni è senza le scarpette.


P.S. Tutte le immagini sono state tratte da messaggi pubblicitari trovati in Internet.

sabato 8 febbraio 2014

Qualche ricordo datato


   Ai miei tempi andavano per la maggiore le bambole Furga e in particolare ricordo di aver a lungo desiderato il trio "Paola, Peonia e Perla"... 

Qui sotto: pubblicità Furga del 1973 per Paola, Peonia e Perla.



   E ricordo anche di aver giocato a lungo con la bambola Corinne, prodotta dalla Italocremona dal 1965 e piuttosto diffusa negli anni '70, alla quale mia mamma aveva cucito qualche abitino utilizzando dei ritagli di stoffa...

Qui sotto: pubblicità anni '70 della Italocremona per Corinne.



   Paola, Peonia, Perla e Corinne avevano in comune l'aspetto da signorina, la dimensione più "tangibile" rispetto alle Barbie e, elemento importantissimo, un guardaroba di tutto rispetto!

   Da qualche parte, in soffitta o in garage dai miei genitori, deve esserci ancora la mia Corinne... Devo "riesumarla"!
   
  Una curiosità: sia le bambole Furga che le Italocremona sono oggetto di un fiorente mercato di appassionati collezionisti.

mercoledì 5 febbraio 2014

In cerca di idee

   Le mie figlie grandi non hanno mai mostrato grande interesse nei confronti delle bambole, di qualunque genere esse fossero. Non hanno mai amato i bambolotti, non hanno mai giocato con le Barbie. Nulla. A volte ho ceduto alla tentazione di comprar loro delle bambole anche senza specifiche richieste da parte loro, solo perché a me sono sempre piaciute e perché covavo la segreta (e perennemente delusa) speranza di poter accendere anche in loro un minimo di interesse in tal senso. Come si suol dire: soldi buttati. Ricordo ancora un povero Cicciobello regalato a Natale alla figlia più grande e tirato pietosamente fuori dalla sua scatola il giorno della Befana. La grande delle grandi è sempre stata più tecnologica: vhs e poi dvd, gameboy, cuffie e walkman e in seguito ipod, pc giocattolo e poi veri. La piccola delle grandi invece ha sempre avuto un'indole artistica: fogli e album da disegno, matite e pennarelli, tempere, pastelli e una bella mano, poi la fotografia con una attrezzatura di tutto rispetto e un buon occhio. Insomma, son stati tempi grami per le bambole.
  La seconda chance è arrivata con le figlie piccole e in effetti, almeno una delle due, mostra di condividere questo mio piacere e ho preso al balzo l'occasione di poter giocare con lei. Così, mossa dal desiderio di accontentare Anastasia (che altrimenti non la finiva più di darmi il pilotto) ho pensato di trovare ispirazione su Internet. In rete, si sa, si trova di tutto e di più e pensavo di scovare qualche buona idea per confezionare abitini alla bambola possibilmente a costo zero, magari delle dritte per utilizzare quel che si ha già in casa, ma sono rimasta delusa perché ho trovato davvero poco o, almeno, non quel che cercavo. 
   Le Barbie, anche nel caso del "fai da te", in rete spopolano ed esistono in commercio addirittura dei cataloghi per creare abiti apposta per loro. Seguono i bambolotti, per i quali si trova qualche spunto, suggerimenti e anche alcuni modellini da realizzare sia di stoffa che a maglia.
E per le bambole tipo Emma? Praticamente nulla! Eppure penso che alle bambine, e non solo a mia figlia, piacciano molto questo tipo di bambole...

sabato 1 febbraio 2014

La bambola Emma

   La bambola di Anastasia si trova in tutti i negozi di giocattoli ed è una bambola ragazzina. Non il bambolotto pacioccone che veste da bebè e col quale si gioca necessariamente a fare la mamma, e nemmeno la Barbie donna che indossa abiti eleganti e talvolta persino firmati. Non tutte le bimbe aspirano ai bambolotti e non tutte le bimbe aspirano alle Barbie. Esiste, a mio parere, un momento in cui una bimba potrebbe aver voglia di avere una bambola "amica", da vestire e pettinare in modo simile a lei e grazie alla quale possa proiettare le proprie fantasie nel mondo dei coetanei o dei poco più grandi, un futuro più vicino e dunque più immaginabile, al quale forse poter tendere in modo più graduale di quanto avvenga con le Barbie che hanno già le fattezze di una donna. 
   La bambola di Anastasia è così, una piccola amica di plastica, carina, ovviamente bionda e con gli occhi azzurri (a quanto pare è difficile abbandonare certi cliché), alta 42 cm, fabbricata dalla GIG e, considerazione di non secondaria importanza, in vendita a un prezzo davvero abbordabile.



   La bambola è stata tolta immediatamente dalla sua confezione (e già questo è buon segno) e di buon grado si è prestata a subire l'immediato destino di ogni bambola che si rispetti: essere spogliata ed essere (s)pettinata. Anastasia non si è dannata molto per darle un nome e, dato che ormai sa leggere, ha lasciato alla bambola il nome riportato sulla scatola: Emma.
  Nei giorni seguenti mi sono piacevolmente meravigliata nel vedere Anastasia quasi sempre con la bambola al seguito: a tavola, a letto, in auto, dai nonni... Ed Emma dietro. Pettinala, spettinala, spogliala e rivestila. E, ovviamente, sono iniziate le richieste di cosa poteva farle indossare al posto dei jeans e della maglietta con cui l'aveva conosciuta. Abbiamo provato con i vestitini "scippati" impietosamente alle altre bambole ma, naturalmente, è decisamente fuori taglia per poter indossare una qualunque cosa appartenente a una Barbie, mentre gli abiti dei bambolotti Cicciobello and company le stanno decisamente troppo larghi e non vanno bene per lei.
   Ho provato allora, nel negozio di giocattoli, a vedere se la GIG avesse pensato anche a produrre una serie di accessori ad hoc, anche perché esistono varie versioni di Emma, ognuna abbigliata in modo diverso: in jeans e maglietta, in versione estiva con un abitino leggero oppure invernale con tanto di snowboard, o sportiva con costumino da ginnasta... Niente da fare, se vuoi l'abito nuovo devi acquistare una bambola nuova e questo, naturalmente, non si può. 
   E allora? Allora mi son detta che, per far contenta Anastasia, afflitta dal non poter cambiare l'abito a Emma, potevo provare io a confezionarle qualcosa. Ed è così che è iniziata questa avventura.